Diario di viaggio di Adri e Francy, aprile 2006

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Oggi finalmente un po’ di tregua!
Sveglia con molta calma, partiamo e ci dirigiamo a sud.

Strada scorrevole fino a El Carril, poi svolta a destra e prendiamo la ruta 33.
Speriamo che almeno questa riusciamo a percorrerla!
I primi chilometri sono asfaltati e agevoli, poi, imboccata la Quebrada de Escoipe inizia qualche tratto sterrato e più stretto, con piccoli guadi (o meglio torrentelli che attraversano la strada). Attraversiamo pure un bel ponte in ferro, con il pianale in legno, mi sembrava di essere in qualche pubblicità della Marlboro!

La vallata inizialmente è molto verde e rigogliosa, poi a sorpresa scorgiamo tratti di rocce coloratissime immerse in questo verde e a fare da contorno vari grandi cactus.

Si sale abbastanza agevolmente anche sul tratto sterrato che ci porta alla Cuesta dell’Obispo.
Purtroppo troviamo in cima alla vallata nuvole, che salendo a 3348 mt si trasformano in nebbia e ci celano il paesaggio sottostante.
Comunque prima di arrivare in cima abbiamo potuto ammirare la vallata sottostante, con la strada che si inerpica anche qui tornante su tornante, in mezzo al verde.

Una volta superato il passo, a sorpresa eccoci su di un enorme altopiano, con la strada sempre sterrata ma molto ampia e ben tenuta.

Ci lasciamo alle spalle le nuvole ed entriamo nel Parco Nazionale Los Cordones, con molti cactus a fianco della famosa Recta Tin Tin, oltre 10 km di rettilineo, asfaltato, che ci permettono di raggiungere velocemente Payogasta.

Alla fine del paese vediamo uno spiazzo in terra battuta con oggetti d’epoca e una ruota di carro e un ristorantino con tanto di porticato in canne di bambù.. non male per concederci una pausa!
Mangiamo dei buoni cannelloni con gli spinaci (il menù è praticamente tutto a base di latte di capra, compresi i dolci)

Assaggio il dulce de Cayote.. non era già abbastanza dolce il dulce de leche.. questo lo batte sicuramente… e io che pensavo fosse un frutto tipo le mele…

Riprendiamo la macchina e in pochi chilometri raggiungiamo Cachi.
Il paesino è diverso da quelli visti fin’ora. La chiesa è in stile coloniale dipinta di giallo, e stagliandosi contro il cielo blu risulta proprio bella.
In giro non c’è praticamente anima viva, se non qualche sparuto turista che si gode un po’ di frescura sotto le alte piante della piazza principale in terra battuta, caratteristica di molti paesi della regione.

Prendiamo possesso della nostra stanza a El Cortijo, e ci concediamo una pausa bevendoci una bibita fresca osservando la via “principale” del paese.

La diversità con altri paesi fino ad ora visitati è sicuramente la tranquillità che ci ha dato, anche la sera passeggiando tra  le vie dopo una cenetta accompagnata da un chitarrista / cantante.
Da vedere non regala molte cose, però a mio avviso una sosta merita, soprattutto se ci si vuole un attimo riposare.

 (By Adri)

Albergo:

Hotel EL CORTIJO
Cachi
Tel (+54 3868) 491034
Long 65° 52’ w – Lat 66° 33’ S

web site: http://elcortijohotel.netne.net/