Sveglia
puntata alle 7:15, oggi ci verranno a prendere con calma alle 8 per l'escursione
al Salar di Tara e Monjes de la Pacana. La gita decisamente più costosa (si può
fare solo in piccoli pulmini, altre agenzie la organizzano in 4x4).
Qualche
minuto prima che suoni la sveglia, sentiamo bussare alla porta della camera. E'
il padrone dell'hostal. Sono già venuti a prenderci. No comment per la nostra
agenzia e gli orari. Ci vestiamo in un battibaleno e saliamo su un mezzo da 10
posti. Siamo gli ultimi che salgono, siamo in fondo in compagnia di una
ragazzina, che scopriamo essere la figlia dell'autista.
Saliamo
velocissimamente per la strada già percorsa in discesa dopo aver attraversato il
confine con la Bolivia. Proseguiamo oltre per la strada che conduce in
Argentina. L'anno scorso in viaggio di nozze non eravamo molto distanti da lì,
lungo quella strada!!!
Saliamo e
saliamo costeggiando il Licancabur fino a 4.900 metri; gli scenari sono molto
belli, montagne colorate a destra e a sinistra. Ci fermiamo poco dopo il punto
più alto, in uno spiazzo da dove si domina la vallata, e c'è anche un piccolo
fiume e una zona un poco verde.
L'autista
scende e sistema su un tavolino una piccola colazione: mangiamo qualche fetta di
torta e beviamo praticamente tutti il mate di coca, forse più perchè l'autista
ha detto che siamo a quasi 5.000 metri che altro.
Fatta la
colazione ci fermiamo poco più avanti, in un piccolo laghetto ancora ghiacciato,
dove alcuni temerari vanno fino in mezzo fino a sentire dei rumori sospetti che
li fanno rientrare.
Poco più
avanti, scendiamo di qualche centinaio di metri ed usciamo dalla strada
principale: siamo subito alla famosa roccia chiamata "El Indio", per la sua
particolare forma. E' una roccia alta probabilmente anche 15 metri, molto
suggestiva! E in questo vasto falsopiano di terra e sabbia ci sono altre rocce
sparse qua e là, di notevoli dimensioni (siamo alle famose Monjes de la Pacana).
Bellissimo l'impatto!
La guida
ci spiega che qui una volta c'era un super-vulcano che è collassato e ha sparato
queste enormi rocce ovunque! Chissà che sconquasso!
Il gruppo
non è molto omogeneo e si perde un po' fra le varie rocce: la guida non è
felice! Ci sono due brasiliani che scattano una foto ogni 2,5 secondi, anche dal
pulmino: credo abbiano stabilito il nuovo record mondiale di numero di foto
scattate!
Risaliamo
sul pulmino e inizia un percorso senza strada di circa 20 km, per arrivare alle
Catedrales de Tara, delle rocce molto alte tutte in fila, con dei bei colori.
Un altro
paio di soste fotografiche e siamo al Salar de Tara. Più che un salar è una
laguna, area protetta dove non si può camminare molto al di fuori del tracciato.
Il percorso resta comunque molto interessante.
Sosta con
un empanadas a testa e un po' di succo, ed è già ora di tornare, il viaggio di
ritorno è di almeno due ore. Sosta ad un'altra laguna vicina alla strada, giusto
per qualche foto, e ritorniamo a San Pedro poco dopo le 15:30.
Ci
sarebbe anche stata l'opportunità di prenotare l'escursione alla laguna Cejar,
ma decidiamo di rinunciare... non ci attira fino in fondo (non avendo molta
voglia di fare il bagno, forse non ha molto senso partecipare alla gita).
Andiamo
un attimo in camera a riposarci, e si fanno le 17. Usciamo per prendere un
frullato (in Perù e Bolivia erano ancora più gettonati, in molti lo
accompagnavano al pasto principale), e poi dopo una doccia ristoratrice, andiamo
ancora a cena nuovamente da Casa de Piedra, prima del meritato riposo.