Diario di viaggio di Adri e Francy, aprile 2006

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TAOS-ALAMOSA Mappa

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Chilometri tappa: 254

Sveglia abbastanza presto per visitare il Taos Pueblo prima dell’arrivo della massa dei turisti (anche se a metà settembre non credo siano così numerosi…).

L’ingresso al Taos Pueblo costa 10$ a testa, mentre per ogni macchina fotografica sono richiesti ulteriori 5$. Il Pueblo merita assolutamente una visita. Si tratta di un villaggio storico indiano, che è stato mantenuto nella sua conformazione originaria, senza elettricità e tutte le comodità del giorno d’oggi. All’interno vivono tuttora circa 50 persone che mantengono vive le tradizioni. Si possono anche acquistare infatti manufatti locali e anche pane e torte cucinate nei loro forni. Se si volesse fare una visita la seconda metà di Agosto, tenete in considerazione che il villaggio per alcuni giorni resta chiuso al pubblico per rituali tribali. Con la luce del mattino si possono ammirare le case principali (quelle sulla sinistra) con i giusti colori, e delle belle montagne verdi sullo sfondo. Purtroppo al nostro arrivo la classica nuvoletta fantozziana ci oscura il sole per un’oretta, ma non ci siamo scoraggiati, e infatti prima di lasciare il Pueblo, abbiamo comunque potuto ammirarlo completamente illuminato. La chiesa che si trova vicino all’ingresso del villaggio è relativamente recente (1850). Quella originale si trova invece nel cimitero, ed è stata distrutta durante la rivolta dei Pueblo nel 1680. Ne rimane solo il campanile. Nel Pueblo si può camminare quasi liberamente, eccetto alcune vie comunque segnalate. Per poter visitare le case all’interno è sufficiente entrare nei vari negozietti di prodotti locali.

Dopo un paio d’ore di “gita”, riprendiamo la nostra Toyota per tornare nella natura incontaminata e raggiungere il nostro piatto forte di giornata: il Great Sand Dunes National Park, in Colorado. L’avvicinamento è stato suggestivo, con la strada che solcava un’infinita prateria, che ci ha gradualmente avvicinato a montagne alte 4.000 metri. Ci ricordava un po’ il paesaggio del Teton, anche se queste montagne sono verdi fino alla cima. Arriviamo per l’ora di pranzo al parco. Fortuna che poco prima dell’accesso al visitor center, c’è un ristorante dove poter fare uno spuntino veloce, con vetrata vista dune (anche se un po’ lontane). Dalla strada già si vedono le dune, molto particolari perché si ergono ai bordi di una prateria verdissima e si addossano alle montagne retrostanti. Prima di intraprendere la salita fino alla duna più alta (la Star Dune di 229 mt), decidiamo di fare il Dunes Overlook trail.

Seguendo la cartina del parco imbocchiamo quindi la strada sterrata che parte dal camping ma non troviamo indicazioni per il trail e raggiungiamo il “point of no return”. Essendoci all’orizzonte nuvole temporalesche, decidiamo di lasciar perdere e torniamo quindi sui nostri passi per intraprendere la salita sulle dune. La strada sterrata è sconsigliata a chi non ha un mezzo fuoristrada, in quanto alcuni punti sono particolarmente sconnessi.

Torniamo quindi nei pressi del visitor center (a 2492 mt!), e lasciamo la nostra macchina poco sotto al parcheggio che sta alla base delle dune. Fatta scorta di acqua e armati di cavalletto, zoom e macchina foto iniziamo la camminata finora più suggestiva della vacanza. Prima attraversiamo una vasta zona pianeggiante dove a primavera scorre un fiume creato dallo scioglimento delle nevi. La sabbia è abbastanza soffice e non ci agevola certo la salita. Ad ogni passo ci si trova comunque di fronte a scenari sempre differenti ed entusiasmanti! Le dune, essendo rivolte a nord, sono quasi sempre con il sole giusto. Arrivati finalmente in cima, lo spettacolo che ci circonda è indescrivibile. Infatti si possono dominare altre dune, delle quali la vista ci era preclusa proprio dalle dune più alte. L’estensione delle dune visibili arriva proprio a fondersi con i monti. Veramente spettacolare!!! La voglia di restare fino al tramonto è tantissima, ma le nubi che prima erano solo all’orizzonte sono praticamente su di noi, e a malincuore decidiamo di tornare alla macchina, dato che stare sotto ad un temporale in cima a una duna non è affatto consigliabile.

Ci divertiamo nella veloce discesa, come se stessimo scendendo un pendio con neve fresca, e appena giunti alla macchina, ecco che inizia a piovere e tuonare. Beh, considerate le previsioni che davano pioggia già dal mattino, non ci possiamo proprio lamentare! Abbiamo perso il tramonto, ma ci possiamo di certo accontentare del sole che ci ha fatto compagnia fino al momento in cui abbiamo raggiunto la cima. Adri vorrebbe un fulmine sulle dune, ma i fulmini sono tutti dietro le montagne, mentre le dune diventano invisibili nella pioggia battente.

Per raggiungere Alamosa seguiamo la strada verso il Lake Luis State Park, sperando che dalla strada si potessero ancora vedere le dune; purtroppo la strada tende comunque ad allontanarsi dalle dune, che si vedono solo in lontananza.

Essendo molto trafficata la strada, io e Adri ci guardiamo in faccia e decidiamo che è il posto ideale per una foto sdraiati sulla linea di mezzeria, con tanto di cavalletto piazzato! Considerate che per 10 minuti buoni, non è passata nessuna macchina. Troppo bello!

Cena al True Grits Steakhouse, in stile John Wayne, praticamente di fronte al nostro albergo. La carne non era male. Serata fredda e andiamo a dormire. Domani si torna in New Mexico, per la visita alle Bisti Badlands.

 

 (By Francy)

Albergo:

Days Inn Alamosa
224 O'Keefe Parkway
Hwy-160 & O'Keefe
Alamosa, CO 81101 US