Chilometri tappa: 254
Sveglia abbastanza presto per visitare il Taos Pueblo
prima dell’arrivo della massa dei turisti (anche se a metà settembre non credo
siano così numerosi…).
L’ingresso al Taos Pueblo costa 10$ a testa, mentre per
ogni macchina fotografica sono richiesti ulteriori 5$. Il Pueblo merita
assolutamente una visita. Si tratta di un villaggio storico indiano, che è stato
mantenuto nella sua conformazione originaria, senza elettricità e tutte le
comodità del giorno d’oggi. All’interno vivono tuttora circa 50 persone che
mantengono vive le tradizioni. Si possono anche acquistare infatti manufatti
locali e anche pane e torte cucinate nei loro forni. Se si volesse fare una
visita la seconda metà di Agosto, tenete in considerazione che il villaggio per
alcuni giorni resta chiuso al pubblico per rituali tribali. Con la luce del
mattino si possono ammirare le case principali (quelle sulla sinistra) con i
giusti colori, e delle belle montagne verdi sullo sfondo. Purtroppo al nostro
arrivo la classica nuvoletta fantozziana ci oscura il sole per un’oretta, ma non
ci siamo scoraggiati, e infatti prima di lasciare il Pueblo, abbiamo comunque
potuto ammirarlo completamente illuminato. La chiesa che si trova vicino
all’ingresso del villaggio è relativamente recente (1850). Quella originale si
trova invece nel cimitero, ed è stata distrutta durante la rivolta dei Pueblo
nel 1680. Ne rimane solo il campanile. Nel Pueblo si può camminare quasi
liberamente, eccetto alcune vie comunque segnalate. Per poter visitare le case
all’interno è sufficiente entrare nei vari negozietti di prodotti locali.
Dopo un paio d’ore di “gita”, riprendiamo la nostra
Toyota per tornare nella natura incontaminata e raggiungere il nostro piatto
forte di giornata: il Great Sand Dunes National Park, in Colorado.
L’avvicinamento è stato suggestivo, con la strada che solcava un’infinita
prateria, che ci ha gradualmente avvicinato a montagne alte 4.000 metri. Ci
ricordava un po’ il paesaggio del Teton, anche se queste montagne sono verdi
fino alla cima. Arriviamo per l’ora di pranzo al parco. Fortuna che poco prima
dell’accesso al visitor center, c’è un ristorante dove poter fare uno spuntino
veloce, con vetrata vista dune (anche se un po’ lontane). Dalla strada già si
vedono le dune, molto particolari perché si ergono ai bordi di una prateria
verdissima e si addossano alle montagne retrostanti. Prima di intraprendere la
salita fino alla duna più alta (la Star Dune di 229 mt), decidiamo di fare il
Dunes Overlook trail.
Seguendo la cartina del parco imbocchiamo quindi la
strada sterrata che parte dal camping ma non troviamo indicazioni per il trail e
raggiungiamo il “point of no return”. Essendoci all’orizzonte nuvole
temporalesche, decidiamo di lasciar perdere e torniamo quindi sui nostri passi
per intraprendere la salita sulle dune. La strada sterrata è sconsigliata a chi
non ha un mezzo fuoristrada, in quanto alcuni punti sono particolarmente
sconnessi.
Torniamo quindi nei pressi del visitor center (a 2492
mt!), e lasciamo la nostra macchina poco sotto al parcheggio che sta alla base
delle dune. Fatta scorta di acqua e armati di cavalletto, zoom e macchina foto
iniziamo la camminata finora più suggestiva della vacanza. Prima attraversiamo
una vasta zona pianeggiante dove a primavera scorre un fiume creato dallo
scioglimento delle nevi. La sabbia è abbastanza soffice e non ci agevola certo
la salita. Ad ogni passo ci si trova comunque di fronte a scenari sempre
differenti ed entusiasmanti! Le dune, essendo rivolte a nord, sono quasi sempre
con il sole giusto. Arrivati finalmente in cima, lo spettacolo che ci circonda è
indescrivibile. Infatti si possono dominare altre dune, delle quali la vista ci
era preclusa proprio dalle dune più alte. L’estensione delle dune visibili
arriva proprio a fondersi con i monti. Veramente spettacolare!!! La voglia di
restare fino al tramonto è tantissima, ma le nubi che prima erano solo
all’orizzonte sono praticamente su di noi, e a malincuore decidiamo di tornare
alla macchina, dato che stare sotto ad un temporale in cima a una duna non è
affatto consigliabile.
Ci divertiamo nella veloce discesa, come se stessimo
scendendo un pendio con neve fresca, e appena giunti alla macchina, ecco che
inizia a piovere e tuonare. Beh, considerate le previsioni che davano pioggia
già dal mattino, non ci possiamo proprio lamentare! Abbiamo perso il tramonto,
ma ci possiamo di certo accontentare del sole che ci ha fatto compagnia fino al
momento in cui abbiamo raggiunto la cima. Adri vorrebbe un fulmine sulle dune,
ma i fulmini sono tutti dietro le montagne, mentre le dune diventano invisibili
nella pioggia battente.
Per raggiungere Alamosa seguiamo la strada verso il
Lake Luis State Park, sperando che dalla strada si potessero ancora vedere le
dune; purtroppo la strada tende comunque ad allontanarsi dalle dune, che si
vedono solo in lontananza.
Essendo molto trafficata la strada, io e Adri ci
guardiamo in faccia e decidiamo che è il posto ideale per una foto sdraiati
sulla linea di mezzeria, con tanto di cavalletto piazzato! Considerate che per
10 minuti buoni, non è passata nessuna macchina. Troppo bello!
Cena al True Grits Steakhouse, in stile John Wayne,
praticamente di fronte al nostro albergo. La carne non era male. Serata fredda e
andiamo a dormire. Domani si torna in New Mexico, per la visita alle Bisti
Badlands.
(By
Francy)
Albergo:
Days Inn Alamosa
224 O'Keefe Parkway
Hwy-160 & O'Keefe
Alamosa, CO 81101 US
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