Strada percorsa:
Km 124
Sveglia con calma, ma
nemmeno troppa, prima di incominciare il giro completo dell'isola. Al risveglio
la vista sul Pico è ancora preclusa a causa delle nubi medio/basse che lo
avvolgono.
Prendiamo l'auto e
decidiamo di percorrere l'isola in senso antiorario. Prima deviazione per
Varadouro, dove la piccola guida delle Azzorre che abbiamo ci indica come meta
imperdibile per un bagno nelle piscine naturali. A noi non ha detto
assolutamente nulla, con soltanto delle piccole pozze di acqua fra gli scogli
neri, che solo a fatica si possono definire "bellissime piscine naturali".
Poco più avanti,
lasciamo la macchina vicino al vulcano Capelihnos, dove hanno costruito sotto al
faro un "centro interpretativo" sul vulcano e la sua eruzione del 1957 che ha
aggiunto all'isola questo lembo di terra.
Francamente per i
nostri interessi 10 € sembrano veramente troppi; usciamo e iniziamo il percorso
a piedi, che parte pochi metri sotto al faro.
Scendendo infatti a
sinistra prima del "centro interpretativo", si notano delle corde e una
staccionata, messi per non far avvicinare troppo alle falesie, e poi a terra
sono ben evidenti i segni lasciati da chi ci ha preceduto.
Saliamo fino a dove
possiamo, prima a sinistra su un terreno vulcanico ora nero, ora rosso, e poi
più in alto possibile, dove si ha una spettacolare visione della terra emersa da
circa 50 anni, ancora quasi totalmente priva di erba e piante.
Nel punto più alto è
ancora presente una piccola spaccatura dalla quale esce aria calda. Il vulcano
sotto respira ancora. Impieghiamo più di un'ora per un giretto della zona, che
merita assolutamente!
Riprendiamo poi la
macchina e continuiamo il giro dell'isola. Passiamo qualche paesino, in un
paesaggio verde con le rocce nere sul mare, ma senza che qualcosa colpisca in
modo particolare la nostra attenzione. Saranno le nubi sempre ammassate al
centro dell'isola, sarà che dopo aver visto e percorso l'isola di Sao Miguel il
paesaggio non è così particolare. Senza nemmeno accorgerci arriviamo a Horta
giusto in tempo per mangiare qualcosina. Torniamo poi verso l'interno. Ci
mancherebbe da visitare una delle maggiori attrazioni: la Caldeira, una cono
vulcanico spento, con tanto verde e un laghetto, che sprofonda proprio al centro
dell'isola. Attendiamo il più possibile perchè pare proprio che ci sia ancora
nebbia da quelle parti, ma dovendo riconsegnare entro sera la macchina, proviamo
a salire. Niente da fare... arrivati quasi in cima eccoci nella nebbia, già 300
metri sotto la vetta (posta a circa 900 mt). Fa anche freschino e cade qualche
micro-goccia di pioggia.
Niente da fare quindi,
e niente passeggiata nei pressi della Caideira... peccato!
Torniamo quindi a
Horta dove nel frattempo è uscito il sole (almeno sul mare è una bella giornata)
e andiamo sul monte Guia; poco oltre il porto c'è la breve strada che porta a
dominare la baia di Horta. Molto bello lo scorcio sulla bellissima baia di Porto
Pim, spiaggia con l'acqua bassa e azzurra, l'unica di questo genere vista
finora.
Scendiamo in città e
lasciamo la macchina con un'ora di anticipo. Prendiamo i costumi e andiamo a
Porto Pim con l'intenzione di fare un bel bagno. L'acqua è meno fredda che
altrove, peccato che dopo la passeggiata con l'acqua alle ginocchia in questa
bella baia, mentre Francesca sta per andare a farsi una nuotata, nota alcune
meduse che la fanno desistere. Comunque la baia è veramente carina, e a un passo
dal centro.
Per cena decidiamo di
andare nello storico Cafè Peter, locale aperto da quasi 100 anni e famoso in
quanto punto di passaggio di numerosissimi marinai, che hanno lasciato numerosi
ricordi, appesi nel locale. La cena non è nemmeno malvagia, e arriviamo al
minuto giusto per poterci sedere all'interno senza attesa. Uscendo notiamo che
il cielo pare un po' più sereno, ma il Pico è ancora fra le nuvole... speriamo
domani di poterlo vedere e non solo immaginare!
(By Adri)
Albergo:
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